Nada te turbe nada te espante
Quien a Dios tiene nada le falta…
Oggi un leggero guizzo artistico per completare un discorso piuttosto impegnativo ma con leggerezza, appunto. La nostra geniale Mai Esteve, avendo vinto la sfida sull’Afternoon tea, ha voluto metterci in padella alla prova con le padelle, prova doppia, che, per quanto mi riguarda, era iniziata con una saporita tortilla al caprino.
Spremi e spremi, dovendo un po’ stravolgere e ricostruire la prima proposta, mi sono appellata alla santa patrona delle patate fritte, nonché mia santa preferita, che, lo sento, mi tiene sotto la sua ala protettrice, Teresa la Grande (cioè Teresa d’Avila). Si. Spagnola pure lei. Anche perché di una “quota rosa” c’era bisogno, vista la piega maschile che la gara stava assumendo, con San Giorgio che scorrazza dappertutto al galoppo del suo cavallo, salvando donzelle di qua e di là.
In realtà, mi piacerebbe approfondirlo un discorso sulla mistica del piatto, solo che ancora un modo non l’ho trovato, perciò gustatevi questa ricetta e quel che sarà, sarà…
Quasi una crême brûlée di caprino
Occorrente:
un colino cinese
una padella
cocotte
ciotola con acqua per bagnomaria
Ingredienti per la crême
3 tuorli
30 g di caprino
200 ml di latte
sale qb
pepe nero ql
Altri ingredienti per completare il piatto
patate
albumi avanzati
3g di inulina
1 cucchiaino di tapioca
sale qb
foglioline di mentuccia a julienne
olio per friggere
1 cetriolo
buccia grattugiata di arancia e qualche spicchio
olio e aceto
erba cipollina
Iniziate con le uova, separando i tuorli dagli albumi e mettendo questi ultimi da parte. Salate gli i tuorli, versateci sopra il latte bollente. Di seguito, aggiungete il caprino grattugiato e mescolate bene per farlo sciogliere. A questo punto, filtrate tutto con un colino cinese, versate in due cocotte (io ne ho utilizzata una più grande) e disponete in un’altra terrina da forno piena d’acqua. Infornate a 180 °C e cuocete a bagnomaria per almeno 20 minuti, o fino a quando, muovendo la cocotte, non noterete che la crema si è addensata.
A parte, montate gli albumi con il sale, l’inulina e le foglioline di mentuccia tagliate a julienne. Aggiungete la farina di tapioca, continuando a montare. Scaldate una padella piccola antiaderente e fate friggere la frittata di albumi su entrambi i lati pochi minuti. Succesivamente effettuate dei ritagli trinagolari e tenete da parte.
Tagliate a concassè il cetriolo pugliese, grattugiate la buccia d’arancia e ritagliate qualche spicchio. Condite la macedonia con olio, aceto e sale.
In un’altra padella, portate a temperatura dell’olio di semi vari. Nel frattempo pelate e affettate le patate, lasciandole in ammollo. Successivamente, togliete l’acqua, fate asciugare su carta da cucina e friggetele, ottenendo un colore ben dorato (se vi piace, date la forma delle patate della busta, come ho fatto io).
Per comporre il piatto, usate la fantasia, la cosa importante, nel mio casa è stata la presenza di tutti gli elementi utilizzati nella tortilla classica, in maniera tale che mangiando la crême utilizzando le patate fritte al posto delle stoviglie, si apprezzasse ad ogni boccone la tortilla al caprino.
La macedonia è solo d’accompagnamento (e anche un escamotage per tappare un buco provocato da assaggio non autorizzato!!)
Mai spero sarai contenta 😉
aprile 19, 2018 alle 1:58 PM
Mai ci ha veramente fatto tirar fuori l’impossibile!!!
aprile 19, 2018 alle 9:51 PM
É una gara speciale,resa ancor più speciale da Mai e da chi, come lei, ha conferito all’Mtc la sua essenza. Beato chi continuerà a farne parte.
aprile 20, 2018 alle 5:01 PM
Deliziosa, sembra un quadro!
aprile 20, 2018 alle 7:16 PM
troppo buona..di Dalì ha solo i “baffi”, grazie!!!
aprile 23, 2018 alle 2:16 PM
questa frittata di albumi gluten free me la voglio studiare…
aprile 23, 2018 alle 2:26 PM
Onorata…è pensata per gli sportivi, consumatori seriali di queste proteine 😉
aprile 23, 2018 alle 8:37 PM
Guarda Sonia che questa la proverò mi pace molto, ci sono un sacco di cosine dentro che io adoro e poi è molto bella da vedere 😉
aprile 23, 2018 alle 8:39 PM
Ma grazie!! In effetti, è stata una bella sorpresa anche per me. Non la rinnegherò 😉
aprile 24, 2018 alle 9:54 PM
Mi viene una voglia a guardarla! Brava, brava, brava!
aprile 25, 2018 alle 8:45 AM
Grazie!!contenta di sapere che approvi 😉
aprile 25, 2018 alle 11:19 PM
Brava! Mi piace davvero tanto…le quote rosa a volte servono!
aprile 26, 2018 alle 9:24 AM
Grazie Marina ;-))))
Maggio 2, 2018 alle 9:01 AM
La crema è un’idea deliziosa come antipasto, la rifarò!! bello tutto, davvero
Maggio 2, 2018 alle 10:14 AM
Grazie Alessia!! Questo piatto è molto versatile 😉
Maggio 2, 2018 alle 10:40 AM
👍
Maggio 4, 2018 alle 4:35 AM
mi piace il titolo del post, tantissimo. mi piace il post, tantissimo,. sono devotissima a santa teresa d’avila, che praticamente da sola assorbe tutta la mia devozione per i santi (gli altri, di solito, li tiro giù dal paradiso, per dire). mi piace l0idea di usare le patate fritte come posate (la proporrei come all’Unesco, come patrimonio dell’umanità) e anche quella di usare la macedonia di verdure per coprire gli effetti degli assaggi selvaggi, che sono la prova migliore dell’evidente bontà di questo tuo piatto. Dovendo fare la dura parte del giudice cattivo, mi manca la cipolla, ahimè e temo che il caprino possa un po’ distrarre dal sapore di base. E’ il problema già riscontrato con chi ha tanta creatività, ahimè: che quando parte l’spirazione, diventate incontenibili 🙂 Bravissima, comunque!
Maggio 4, 2018 alle 7:46 AM
Grazie Alessandra!! Posso essere sincera? Per friggere le patate ho riutilizzato l’olio della tortilla, aromatizzato alla cipolla, ma non l’ho detto, per non fare “brutta figura”. Non credo possa salvarmi, ad ogni modo ci tenevo a sottolinearlo :))
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